Un altro risultato di successo per lo Studio Associati Maior, specializzato in malasanità e maxi-risarcimenti.

Lo Studio Associati Maior: “Accordato un risarcimento di 570.000,00 euro ai familiari

“Lo Studio ha assistito i congiunti del sig. C. L. che, mentre viaggiava a bordo di un autobus ANM, cadeva lesionandosi il femore a seguito di una brusca frenata dell’autista. Dopo cinque giorni in ospedale decedeva a causa di complicanze connesse alla frattura al femore. In un primo momento è stata liquidata la figlia del malcapitato per 200.000,00 euro. Successivamente hanno agito le nipoti da parte della figlia, le quali hanno ricevuto l’una 50.000,00 euro, in quanto convivente con il nonno, e l’altra 30.000,00 euro”. A dichiararlo è lo studio Associati Maior – Studio legale e medico legale composto dagli avvocati Michele Francesco Sorrentino, Pierlorenzo Catalano e Filippo Castaldo.

“In seguito è stato liquidato il figlio secondogenito di C.L. che ha ottenuto 220.000,00 euro, avendo agito anche per la quota risarcitoria spettante alla madre, moglie del ‘de cuius’, a sua volta deceduta a distanza di due mesi dalla morte del marito. Infine, lo stesso secondogenito di C.L. ha azionato la pretesa anche per conto dei propri figli, nipoti del defunto, i quali hanno ceduto il proprio credito risarcitorio al padre perché agisse in loro vece. La liquidazione stavolta è ammontata a 70.000,00 euro complessivi”, proseguono i legali.

Risultati come questo danno senso a tutto il lavoro sviluppato in difesa dei nostri clienti. Riuscire a sostenere e a dimostrare la nostra tesi e veder accordato un risarcimento di tali dimensioni è entusiasmante, perché ripaga di tutto l’impegno profuso – affermano i tre avvocati, parte del team che si occupa di difesa congiunta in sede civile e penale – La giurisprudenza ha un valore altissimo, presupposto delle libertà della persona. Per noi significa tutelare i nostri clienti e chi ci dà fiducia. È un lavoro che svolgiamo con profonda dedizione e senso di missione”

Lo studio associati Maior ha ottenuto un risarcimento di 250mila euro per danni da infezione contratta in ospedale.

“Un’importante struttura pubblica nel nord-est dell’Italia ha concordato di liquidare un risarcimento di 250.000,00 euro in favore del cliente rappresentato dallo Studio Maior, in relazione ai danni subiti a causa di un’infezione nosocomiale. L’infezione nosocomiale contratta dal nostro cliente era innegabile, così come il suo carattere ospedaliero e i gravi danni che ha subito”: a riferirlo è lo studio Associati Maior – Studio legale e medico legale composto dagli Avvocati Michele Francesco Sorrentino, Pierlorenzo Catalano e Filippo Castaldo, nonché dal medico-legale Dott. Marcello Lorello.

“La sfida principale affrontata dallo Studio Maior è stata la strenua difesa della controparte, che ha presentato una mastodontica documentazione composta da oltre 4.000 pagine di certificati, al fine di dimostrare di aver adottato tutte le misure preventive appropriate per evitare il danno. Il rischio era che l’infezione potesse essere considerata prevedibile ma non prevenibile, mettendo a repentaglio il riconoscimento del risarcimento. Tuttavia, grazie a un’ardua e prolungata trattativa durata diversi mesi, lo Studio Maior è riuscito nell’impresa di concordare con la controparte un importo equo. Questo accordo permette al nostro cliente di ottenere un risarcimento sostanziale per i danni subiti, rinunciando solo a una minima parte del totale richiesto” hanno dichiarato soddisfatti gli avvocati dello Studio legale Maior.

“Questa vittoria rappresenta un importante successo per lo Studio Maior e conferma il nostro impegno costante nel garantire giustizia e risarcimenti adeguati ai nostri clienti. Siamo orgogliosi della nostra capacità di gestire casi complessi e controversi e di perseguire gli interessi dei nostri assistiti con determinazione e professionalità”, concludono.

“Lo studio legale Associati Maior è orgoglioso di annunciare un importante successo legale ottenuto nel caso di un grave danno chirurgico estetico e psichico eseguito da una clinica Campana. Circa un anno e mezzo fa, una paziente si è rivolta a noi con gravi preoccupazioni riguardo a un intervento al seno che aveva avuto esito negativo e che aveva notevolmente compromesso la sua condizione estetica. L’intervento chirurgico, originariamente concepito per migliorare la sua immagine personale, ha purtroppo avuto conseguenze devastanti” fanno sapere dallo studio Associati Maior – Studio legale e medico legale composto dagli Avvocati Michele Francesco Sorrentino, Pierlorenzo Catalano e Filippo Castaldo, nonché dal medico-legale Dott. Marcello Lorello.

“La paziente ha sviluppato una virulenta infezione nella zona chirurgica, rendendo necessari due ulteriori interventi correttivi. Questi interventi non solo hanno lasciato una cicatrice significativa, ma hanno anche causato gravi disagi psicologici e uno stress emotivo considerevole dovuto alla necessità di sottoporsi a ulteriori procedure chirurgiche”, sottolineano gli avvocati.

“Il team legale dello studio Associati Maior ha intrapreso azioni legali a nome della paziente, depositando un ricorso per la Responsabilità Professionale Medica (ATP). In seguito, il tribunale ha nominato un collegio di consulenti tecnici d’ufficio (C.T.U.) per esaminare il caso. Dopo un’attenta analisi della documentazione, il collegio di C.T.U. ha riconosciuto la responsabilità degli operatori sanitari che avevano eseguito l’intervento e ha quantificato il danno in modo congruente con quanto da noi prospettato”, proseguono.

Una transazione che fa scuola” secondo i legali.

E concludono: “È con grande soddisfazione che annunciamo che il risarcimento richiesto da noi è stato pienamente riconosciuto dalla compagnia di assicurazione della clinica che aveva operato la paziente. Questa compagnia ha formulato un’offerta risarcitoria straordinaria di oltre 50.000 euro, stabilendo così un nuovo record nel settore del danno chirurgico estetico. Questo risultato dimostra il nostro impegno incrollabile a difendere i diritti dei pazienti e ad assicurare che siano adeguatamente risarciti per i danni subiti a causa di errori medici. Continueremo a lavorare instancabilmente per garantire che giustizia sia fatta per tutti i nostri clienti e che le norme professionali più elevate siano rispettate”.

“Lo Studio Associati Maior è lieto di annunciare un importante successo nella lotta per ottenere giustizia e compensazioni per uno dei propri assistiti. Circa un anno fa, uno dei nostri clienti ha subito un grave sinistro automobilistico che ha causato gravi lesioni agli arti superiori e inferiori, oltre a diverse costole rotte. Dopo un’attenta ricostruzione della dinamica dell’incidente da parte del nostro tecnico cinematico di fiducia, è emerso chiaramente che la totale responsabilità dell’incidente ricadeva sul veicolo di controparte, il cui conducente non aveva rispettato la segnaletica stradale, impattando violentemente contro il veicolo condotto dal nostro cliente. Immediatamente, abbiamo denunciato il sinistro alla compagnia di assicurazione coinvolta. In seguito alla denuncia del sinistro, siamo stati convocati per una visita medica e le risultanze del CTP dell’assicurazione non hanno soddisfatto le nostre legittime richieste di compensazione”. A riferirlo è lo studio Associati Maior – Studio legale e medico legale composto dagli Avvocati Michele Francesco Sorrentino, Pierlorenzo Catalano e Filippo Castaldo, nonché dal medico-legale Dott. Marcello Lorello.

“Determinati a ottenere giustizia per il nostro assistito, abbiamo richiesto un riesame con una nuova visita medica. All’esito della seconda visita medica, è stato riconosciuto un congruo punteggio di invalidità fisica. Abbiamo avviato una trattativa stragiudiziale con il liquidatore incaricato dalla compagnia di assicurazione. Siamo lieti di annunciare che la nostra determinazione ha portato a un risultato positivo per il nostro assistito”. proseguono gli avvocati dello studio Associati Maior.

“Il liquidatore ha accettato la nostra proposta di definizione del sinistro, riconoscendo una somma di risarcimento superiore a 80.000 euro. Questo significativo risarcimento rappresenta una vittoria importante per il nostro cliente e dimostra l’impegno costante di Studio Associati Maior nel garantire giustizia e protezione per i propri assistiti”, concludono i rappresentanti legali con orgoglio e soddisfazione.

“Uno straordinario successo legale è stato ottenuto grazie all’abilità e alla dedizione dello Studio Maior in un caso di polizza temporanea caso morte. Una donna con problematiche renali aveva contratto una polizza sulla vita, indicando i suoi congiunti come beneficiari. Tuttavia, aveva omesso di menzionare la sua condizione di salute nella dichiarazione presentata all’Assicuratore. Purtroppo, durante il periodo di validità della polizza, la donna è deceduta in un incidente stradale di cui era risultata responsabile. Quando i familiari hanno cercato di attivare la polizza vita, l’Assicuratore ha rifiutato di liquidare l’importo assicurato, affermando che la contraente aveva violato il contratto fornendo informazioni incomplete sul suo stato di salute. Lo Studio Maior, assumendo la difesa dei richiedenti, ha condotto un’approfondita indagine e dimostrato che la patologia renale della defunta non aveva alcuna relazione causale con l’evento morte. Di conseguenza, l’omissione nella dichiarazione non aveva influito in alcun modo sull’Assicuratore. Dopo aver richiesto una rivalutazione alla Commissione Medica Centrale, l’Assicuratore si è visto costretto a rivedere la propria posizione. Con il nostro sostegno, l’assicuratore ha scelto di onorare l’indennizzo corrispondente a 150mila euro, evitando così un potenziale esito sfavorevole in tribunale”. A riferirlo è lo Studio Associati Maior – Studio legale e medico legale composto dagli Avvocati Michele Francesco Sorrentino, Pierlorenzo Catalano e Filippo Castaldo, nonché dal medico-legale Dott. Marcello Lorello.

“Questo caso dimostra l’importanza di un’adeguata difesa legale in situazioni complesse e controversie contrattuali. Lo Studio Maior è orgoglioso di aver assistito con successo i propri clienti nell’ottenere la giustizia e l’indennizzo che meritavano” concludono.

La medicina è una scienza umana e, come tale, non è una scienza esatta. Tuttavia sia in base alla deontologia medica sia alla luce degli standard minimi di assistenza possono riconoscersi ipotesi in cui la pratica medica non viene eseguita secondo queste linee guida ma anzi si verificano abusi e illeciti dovuti a negligenza e imperizia.

Questo è proprio il caso di una nostra cliente che ha subito un intervento chirurgico di artroprotesi all’anca presso una struttura privata. Già a pochi mesi dall’intervento la ricorrente accusava forti dolori che ostacolavano e rendevano difficoltose le sue attività quotidiane. A seguito di numerosi accertamenti che confermavano le sofferenze patite dalla nostra cliente e le attribuivano alla mancata perizia nell’esecuzione dell’intervento chirurgico all’anca, la stessa si recava presso un altro presidio ospedaliero fuori regione.
A meno di due anni dal primo intervento, ormai sfiancata dal dolore quotidiano e impossibilitata nei movimenti, la ricorrente ha subito un’ulteriore operazione all’anca. Addirittura, tanto invalidante era la sofferenza patita, che la nostra cliente è stata accettata al ricovero in sedia a rotelle.
Il secondo intervento eseguito in un’altra clinica (lontana dal domicilio della nostra assistita) è andato a buon fine ma, nonostante questo, la ricorrente ha comunque affrontato un decorso operatorio lungo, con necessità di rieducazione posturale e utilizzo di stampelle per camminare.

L’operazione di artroprotesi, al giorno d’oggi, è una operazione routinaria, scevra da rischi. Se, però, viene eseguita correttamente. Altrimenti può comportare danni gravi e irreparabili, proprio quanto accaduto alla ricorrente. Adesso la nostra cliente si trova in una condizione di invalidità permanente causata dall’indebolimento del suo fisico a seguito dell’evitabile intervento.

I sanitari della clinica dove la nostra cliente ha subito il primo intervento hanno agito con negligenza, imperizia e imprudenza. Così come è stata effettuata l’operazione chirurgica ha comportato un gravissimo nocumento, causando una zoppia protratta che è poi sfociata nella necessità di spostarsi in sedia a rotelle.

La lesione del bene salute, tutelato dall’art. 32 della nostra Costituzione, dà diritto al risarcimento del danno non patrimoniale per la menomazione dell’integrità psicofisica e la compromissione della vita socio-relazionale (Cass. Civ., Sez. 3, Ordinanza n. 7126 del 12/03/2021).

Alla nostra cliente andranno risarciti sia la lesione temporanea e permanente dell’integrità psicofisica sia i numerosi e incommensurabili patimenti subiti in termini di dolore e sofferenza soggettiva a seguito di un intervento ‘sbagliato’.

La condotta clinica negligente del medico e della struttura ospedaliera fanno della ricorrente una vittima di malasanità che attende giustizia.